Quanto vale un buon sistema qualità ISO 9001?

QUANTO VALE UN BUON SISTEMA QUALITÀ ISO 9001?

Gli asset intangibili organizzativi

Una rivoluzione per gli addetti ai lavori che da sempre faticano a trasmettere il valore degli elementi organizzativi traghettati dalla norma.
Finalmente un modo per oggettivare gli asset intangibili organizzativi.

Contesto

Nella pratica esistono metodi consolidati per valutare le imprese partendo dai bilanci e tenendo in considerazione tutta una serie di asset immateriali come marchi e brevetti.

Quello che non si riesce a misurare è il valore di una organizzazione aziendale che nel suo insieme accoglie persone obiettivi regole e sistemi che ne fanno un unicum imprescindibile e tanto forte quanto la somma di tutti questi aspetti.

Probabilmente per la prima volta è stato sviluppato un metodo che ci permette di ricondurre al valore economico gli aspetti organizzativi.

Una rivoluzione che permetterà di dimostrare il valore di un buon sistema di gestione per la qualità.

Finalmente un modo per gli addetti ai lavori di dimostrare alle Direzioni l’utilità del mezzo e del ruolo svolto (per un “divertente” articolo sul mestiere della qualità vedere https://www.ncg.it/fine-di-un-mestiere-la-qualita/ )

In sostanza ci aspettiamo di dare risposte alle seguenti domande:

  • Quanto vale una buona organizzazione aziendale?
  • Quanto vale un buon sistema di gestione per la qualità?
  • Quanto valgono i singoli aspetti organizzativi che caratterizzano la mia impresa e quali posso migliorare?
  • Cosa devo fare per assicurare la continuità aziendale ed un eventuale passaggio generazionale?

 

La valutazione degli asset intangibili “Organizzativi”

La sfida era quella della valutazione degli aspetti intangibili organizzativi che non si riescono a monetizzare.

Quanto vale l’organizzazione? In che consiste? Come la misuriamo?

Domande ricorrenti per chi come noi da 30 anni si occupa di consulenza aziendale sull’organizzazione ed affianca le Direzioni per capire come individuare forze e debolezze e migliorare le cose capendo le priorità.

 

Le origini del metodo di valutazione degli asset intangibili organizzativi

Al netto dei 30 anni di esperienza fatta grazie alle imprese clienti negli ultimi 12 circa abbiamo sviluppato sistemi di diagnosi organizzative, partiti con il nostro RiskOne® poi con UMIQ di Confindustria Bologna ora Emilia Centro per arrivare fino all’ultima esperienza di Assocheck con Confindustria Macerata in collaborazione con l’Università di Macerata e l’ISTAO.

Queste diagnosi ci hanno e ci stanno permettendo di individuare forze e debolezze delle imprese, si sostanziano in “domande” che ci permettono di valorizzare, tramite un peso ed un giudizio, i risultati.

Alla luce del recente interesse per le valutazioni delle imprese, ci siamo posti il problema di come valorizzare gli aspetti delle organizzazioni che difficilmente si prestavano ad essere misurati in modo oggettivo.

Il passaggio è stato scontato, per quanto non così immediato, ci siamo posti per ciascuna delle domande che negli anni avevamo sviluppato nella prospettiva dell’intangibile che c’era dietro!

 

Il metodo RiskOne® Intangible

Ad oggi abbiamo individuato 49 asset intangibili organizzativi che ci fanno da driver per fotografare lo stato dell’organizzazione.

Gli asset sono suddivisi in 11 ambiti:

1_Strategia e obiettivi
2_Struttura organizzativa
3_Mercati e vendite
4_Fornitori
5_Persone
6_Competenze
7_Portafoglio prodotti / R&S
8_Programmazione e produzione
9_Controllo qualità
10_Impianti infrastrutture e logistica
11_Digitalizzazione

 

Importanza e giudizi

Tutti gli asset prevedono la definizione di un livello di importanza (impatto dell’aspetto sull’organizzazione) da 1 a 5.
Tutti gli asset prevedono la definizione di un giudizio (valutazione dello stato dell’impresa relativo all’aspetto analizzato) da -3 a +3.

 

Il report

La prima parte del report riporta il valore assoluto emerso (scala -100 +100) ed il radar chart della percentuale media di adeguatezza organizzativa raggiunta dagli asset per ogni ambito di analisi.

Nella seconda parte il report riporta, per ciascun asset, il livello raggiunto ed il massimo raggiungibile per la specifica azienda. (stralcio del dettaglio)

Assunti di base del modello

Il rating finale complessivo (derivante dall’analisi dei singoli aspetti) ha l’obiettivo di fornire una valutazione che va da
-100 a +100 come fattore moltiplicativo complessivo.

Tale fattore moltiplicativo può essere legato alla % che preventivamente si intende assegnare al valore degli asset intangibili organizzativi.

Lo scopo è quello di calcolare un valore economico d’impresa finale partendo dalla valutazione classica con metodi indiretti e diretti (empirici) e degli asset intangibili cd. “specifici”.

Per quanto riguarda la % del valore assegnabile, il modello permette la definizione libera di un valore scelto, noi ci siamo basati sul documento “01_2020_Osservatorio_Accredia-Accreditamento-e-certificazioni-Crescita-e-benefici” che dimostra un incremento del 30% del MOL nelle aziende con sistemi qualità certificati rispetto a quelle senza.

Una azienda che ha capitalizzato tutti gli asset intangibili che abbiamo previsto è ragionevole che abbia un incremento di valore di almeno il 30% rispetto alle valutazioni “tangibili”.

 

Esempio di calcolo

esempio di calcolo – ipotesi con +40% attribuito al valore degli asset intangibili organizzativi

 

Metodi diretti e indiretti RiskOne® Intangible Valore azienda
Valutazione 1° e 2° livello Fattore Moltiplicativo Valore finale
€ 10.000.000 40,6 € 11.602.400

 

Confronto azienda con e senza un sistema qualità

A seguire ci siamo divertiti a confrontare la “peggiore” a la “migliore” delle valutazioni effettuate ad oggi. Sono di aziende molto simili di piccole medie dimensioni fascia di fatturato intorno ai 10 milioni di euro, settore meccanico, complessità organizzativa media 50 persone di cui ca 10 d’ufficio.

Nota bene: l’azienda “peggiore” non ha prestazioni economico finanziarie negative anzi, tutt’altro, ma non ha mai sviluppato metodi e strumenti che gli permettessero di capitalizzare prassi e relazioni rimaste patrimonio delle persone.

L’azienda “migliore” ha prestazioni simili ma in aggiunta ha un sistema di gestione per la qualità che è stato supportato molto bene dalla Direzione ed ha permeato tutti i processi aziendali.

Le aziende hanno ottenuto una valutazione similare riguardo agli aspetti economico finanziari e patrimoniali che per semplificazione di calcolo arrotondiamo a 10 milioni di euro. Non ci sono state ulteriori valutazioni in quanto non presenti marchi o brevetti particolari ne altri immateriali valorizzabili.

Nel nostro esempio applicando il nostro correttivo e stimando un peso del 30% le nostre due aziende sarebbero state valutate rispettivamente € 9.442.00,00 e € 11.702.200,00. La differenza di valore è di ben € 2.260.200,00 questo è il valore per quell’azienda del sistema qualità.

Come è evidente dal dettaglio che abbiamo omesso per motivi di riservatezza avere un buon sistema di gestione della qualità impatta positivamente su quasi tutti gli asset intangibili che abbiamo individuato.

 

Conclusioni

Che dire? Da vecchio responsabile qualità sono entusiasta di quello che siamo riusciti a fare. Sono 30 anni che “percepiamo” il valore di quello che si fa o si potrebbe fare ma non riusciamo mai a “pesarne” la portata economica.

Lo strumento, utilizzato da personale esperto, permette di attuare pianificazione di miglioramenti mirati e utili per aumentare il valore d’impresa. Non ultimo consente di pianificare passaggi generazionali concreti concentrando l’attenzione su quegli aspetti che consentono all’impresa stessa di assicurarsi una continuità nel tempo.

 

Nella speranza di aver stimolato utili riflessioni, se di interesse sono pronto per fornire approfondimenti.

Alberto Mari

Alberto Mari - Fondatore e proprietario dal 2000 di NCG Network Consulting Group. Ha lavorato dal ’90 al ’95 per aziende di medie dimensioni con ruoli di responsabilità in organizzazione e sistemi di gestione, e successivamente come libero professionista e poi con la sua azienda, opera come consulente direzionale e auditor per sistemi di gestione. Temporary management per la definizione e gestione di strategie, strutture organizzative e gestione delle competenze. Membro di ODV 231 per Spa di medie dimensioni nel settore manifatturiero e sw. Lead Auditor riconosciuto AICQ SICEV n 46. Socio Qualificato APCO-CMC n. 0512-A, operante nell’ambito delle prerogative di cui alla Legge n. 4/2013. Esperto UMIQ (metodo di diagnosi organizzativa di Confindustria Emilia). Co-autore del libro UMIQplus. Socio Fondatore AICIM (Associazione Italiana Cultura d'Impresa e Management) Attuale Presidente del terziario innovativo di Confindustria Macerata.