Come capitalizzare e stimolare la Creatività Aziendale

capitalizzare e stimolare la creatività con alberto mari di ncg consulting

Come capitalizzare e stimolare la Creatività Aziendale

Capitalizzare e stimolare la creatività aziendale è di vitale importanza per ogni impresa.

Ma qual è il il processo di generazione e gestione delle idee della tua PMI?
Come nascono le nuove idee nella tua azienda, da dove arrivano e come le gestisci?

In questo articolo vediamo insieme alcune regole di base che possono esserti utili.

Per le aziende che sviluppano propri prodotti o servizi gestire la creatività, per quanto possa sembrare “strano”, è fondamentale.

Il percorso dello sviluppo di nuovi prodotti o servizi parte sempre da idee che si tramutano, dopo valutazione, in progetti e quindi in prodotti o servizi.

La profondità e l’ampiezza del portafoglio prodotti di una azienda sono vitali! Determinano il fatturato futuro e garantiscono la continuità d’impresa.

Stimolare la Creatività Aziendale e far nascere Nuove Idee

Non possiamo aspettare che le idee saltino fuori come per magia.

Bisogna creare le condizioni migliori nelle quali le persone possano concentrarsi, libere da condizionamenti e distrazioni, nella ricerca di nuove idee.

Un altro aspetto da valutare è la creazione di spazi dedicati e momenti specifici per dedicarsi alla generazione delle idee.

Per orientare il processo di creazione senza disperdere energie in direzioni sbagliate può essere utile definire gli scenari all’interno dei quali ricomprendere le idee da generare.

Per scenari intendo definire i confini o gli ambienti, dipende dai prodotti o servizi, rispetto ai quali le idee devono svilupparsi.

Infine è necessario programmare le tempistiche entro le quali devono essere disponibili le nuove idee, altrimenti vanno pensate delle strade alternative come ad esempio son dare la concorrenza.

Quanto sopra andrebbe strutturato in un vero e proprio processo da documentare e andrebbero sviluppati strumenti per collezionare e valutare le idee.

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Creatività Aziendale: la progettazione delle idee in azienda

La gestione e organizzazione dei processi creativi si collega a un altro tema chiave: la pianificazione e il controllo organizzativo del processo di progettazione.

La pianificazione della progettazione è uno strumento organizzativo che prevede 4 fasi:

  1. la definizione delle fasi e delle interfacce
  2. la valutazione delle risorse
  3. le tempistiche e i controlli (out) per ciascuna fase
  4. la verifica dei risultati rispetto agli obiettivi

Qui entriamo nel processo più “classico” di progettazione. Per le aziende certificate ISO 9001 è probabile che sia stato già affrontato.

Il problema che spesso si riscontra negli uffici tecnici riguarda proprio il tema della “visione di insieme”, l’utilizzo delle risorse per garantire i risultati sperati nei tempi previsti e la coerenza tra i risultati e quanto previsto.

Un primo documento fondamentale è il “piano prodotto/servizio”, un format che contiene tutte le specifiche. I requisiti che vanno soddisfatti sono:

  • prestazioni
  • costi
  • tempi

La pianificazione della progettazione dovrebbe consentire, per tutti i progetti, di dimostrare il presidio di tutte le fasi previste e la gestione dei momenti di verifica.

I problemi più frequenti nelle pianificazioni delle progettazioni che ho riscontrato:

  • perdita dell’obiettivo iniziale, se si aggiornano i piani omettendo la data dell’obietti vo iniziale, alla fine questo non si rispetta
  • difficoltà a dimostrare che il carico di lavoro sia sostenibile rispetto agli obiettivi temporali stabiliti

Le verifiche possono essere di 3 tipologie:

  • verifiche della progettazione
  • riesami della progettazione
  • validazioni della progettazione

Verifiche della progettazione
Le verifiche sono dei momenti di controllo del proprio operato, ovvero che l’output realizzato soddisfi l’input che lo alimenta. Ad esempio, la firma sul cartiglio di un disegno, o la prova empirica di una tenuta.

Riesami della progettazione
I riesami sono attività non tecniche, sono momenti nei quali verificare che il progetto, ad un determinato stadio, soddisfi gli obiettivi iniziali.

Non c’è un numero giusto o sbagliato. Per progetti semplici il riesame può essere unico e addirittura corrispondere alla validazione.

Ad esempio, il collaudo finale di un macchinario. Ma esiste la possibilità di prevedere più riesami in funzione della complessità del pro getto.

Un caso che mi viene in mente, nel settore moto, ci ha portato a definire diversi momenti di riesame:

  • il riesame estetico
    Basato su un campione realizzato a mano da artigiani, dove coinvolgemmo il marketing e l’area tecnica per capire la realizzabilità prima di procedere in fasi più tecniche
  • il riesame di produttività
    Con l’industrializzazione e la produzione, quando successivamente si arrivò ad avere una distinta base e un ciclo provvisori, per capire quanto l’ottimizzazione produttiva poteva essere inficiata da alcune scelte tecniche

La logica è di prevedere riesami ove necessario in funzione dei momenti chiave dello sviluppo, in funzione dell’impatto e delle funzioni coinvolte.

Validazioni della progettazione
Le validazioni sono “verifiche in condizioni d’uso”: dovrebbero simulare l’esperienza del cliente.

Tipicamente avvengono sui prodotti o servizi realizzati in condizioni di serie e simulano l’esperienza d’utilizzo pensata per quell’oggetto.

In casi “semplici”, come accennato, possono essere dei collaudi interni ma possono anche essere previste validazioni diverse nel tempo e presso il cliente.

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Alberto Mari

Alberto Mari - Fondatore e proprietario dal 2000 di NCG Network Consulting Group. Ha lavorato dal ’90 al ’95 per aziende di medie dimensioni con ruoli di responsabilità in organizzazione e sistemi di gestione, e successivamente come libero professionista e poi con la sua azienda, opera come consulente direzionale e auditor per sistemi di gestione. Temporary management per la definizione e gestione di strategie, strutture organizzative e gestione delle competenze. Membro di ODV 231 per Spa di medie dimensioni nel settore manifatturiero e sw. Lead Auditor riconosciuto AICQ SICEV n 46. Socio Qualificato APCO-CMC n. 0512-A, operante nell’ambito delle prerogative di cui alla Legge n. 4/2013. Esperto UMIQ (metodo di diagnosi organizzativa di Confindustria Emilia). Co-autore del libro UMIQplus. Socio Fondatore AICIM (Associazione Italiana Cultura d'Impresa e Management). Autore del libro "L'assetto organizzativo" edito da Maggioli Editore. Attuale Presidente del terziario innovativo di Confindustria Macerata.