Sciarpa, raffreddore e polmonite: riforma crisi d’impresa

Sciarpa, raffreddore e polmonite: riforma crisi d’impresa

Il 6 dicembre scorso ho avuto il piacere di partecipare ad un convegno organizzato da Confindustria e dall’ordine dei commercialisti di Macerata.

Il tema era quello della nuova riforma “della crisi d’impresa”.

Tra i relatori oltre a me c’era Accredia con il dott. Emanuele Riva e il Dott. Ernesto Gatto Commercialista, revisore e rappresentante a Bruxelles del CNDCEC.

L’avvio dei lavori lo hanno fatto rispettivamente il Dott. Gianni Niccolò, Direttore di Confindustria Macerata e la Dott.ssa Rosaria Garbuglia Presidente ODCEC di Macerata e Camerino.

Al netto delle inaspettatamente brillanti spiegazioni delle novità che la riforma comporterà e tutti i “tecnicismi” per gli addetti ai lavori (😊), la cosa che più mi ha lasciato perplesso è stata la sensazione di galleggiamento intellettuale che provavo alla fine della giornata.

Ci tengo a ribadire che il convegno è stato molto interessante e le “contaminazioni” fra il mondo dell’organizzazione aziendale, quello della qualità e quello dei commercialisti e revisori, molto stimolanti.

Ma qualcosa non mi tornava, io posso definirmi un discreto esperto di tematiche organizzative, la sensazione di cui parlavo era concreta e ho provato a capire perché.

Per tentare di trasmettere quello che penso parto dalla frase del Dott. Gatto “… intercettare una crisi tramite gli alert… è come il raffreddore, se si riesce a curare prima che diventi polmonite l’azienda può salvarsi ed evitare l’insolvenza”.

Vero.

Ma…. nessuno, e dico nessuno me compreso in quella sede, ha realizzato che forse è un po’ limitante considerare il perimetro con causa ed effetto assimilati a “raffreddore e polmonite”.

Soprattutto considerando gli indici come “lo strumento” per intercettare la crisi d’impresa.

Gli indici si basano, quando va bene su una previsione di entrate ed uscite, altrimenti si stima il futuro sulla base del passato assumendo che se degli indicatori si sono comportati in un certo modo la tendenza sarà quella.

Malgrado questa riforma stia costringendo degli “avvicinamenti” tra professionisti che raramente si sono confrontati, a mio parere la distanza non si colma se non si sta sullo stesso piano.

Ecco, appunto, il piano.

Credo che la sensazione dipendesse da questo, cioè sentir parlare di situazioni d’impresa, di problematiche sul significato di numeri, di soluzioni intese come spostamenti di numeri ecc…

Per chi come me viene dalla qualità e magari ha qualche anno di azienda sulle spalle, che ha spesso trascurato gli effetti economici concentrandosi su attività, persone e prodotti, le cause e gli effetti si legano all’organizzazione.

Il saperle ricondurre ai numeri è fondamentale ed è lo sforzo che dobbiamo fare “noi” ma dall’altra parte sarebbe bello avere l’umiltà di ammettere di non avere forse le conoscenze per sapere cosa determina, molto prima di quanto lo facciano gli indici di crisi, i numeri stessi.

Quindi, la sciarpa!

I numeri sono il risultato di comportamenti organizzativi, di situazioni relative a scelte, dello stato delle infrastrutture, del portafoglio prodotti, della gestione del mercato, delle persone ecc… ecc……

Se le organizzazioni fossero viste “insieme”, magari qualche volta la sciarpa eviterebbe il raffreddore.

Il mio è un auspicio, non parlerò per tutti gli esperti di qualità ed organizzazione ma credo che molti sarebbero d’accordo nel dire che oggi più che mai una reale collaborazione fra commercialisti, revisori e “muratori d’organizzazione” per rimanere in tema, sarebbe una bella vaccinazione per le nostre imprese.

Si parla già di slittamenti per alcuni obblighi in particolare per le piccole imprese, ed è un bene, ma rimane il fatto che la cultura della pianificazione, della verifica degli scostamenti e, soprattutto, del reporting e delle azioni di correzione come stili di gestione dovranno interessare sempre di più anche le piccole imprese.

Concludo con la mia speranza di una migliore organizzazione ed attenzione ai margini delle piccole. Ciascuna è un micro mondo con dei fattori critici importanti, se si riuscisse ad aiutarle con servizi mirati, pensati per loro, veloci e con costi contenuti…. Si darebbe un contributo credo molto utile. Due pesi e due misure. Strategie diverse ma entrambe finalizzate alla continuità. Un tandem tanto necessario quanto vitale per un paese come il nostro.

La filiera delle medio grandi aziende che crescono ed attaccano il mercato globale, con tutta la forza della creatività e della qualità del fatto in Italia realmente fatto in Italia dalla filiera delle micro e piccole imprese.

Alberto Mari

Alberto Mari - Fondatore e proprietario dal 2000 di NCG Network Consulting Group. Ha lavorato dal ’90 al ’95 per aziende di medie dimensioni con ruoli di responsabilità in organizzazione e sistemi di gestione, e successivamente come libero professionista e poi con la sua azienda, opera come consulente direzionale e auditor per sistemi di gestione. Temporary management per la definizione e gestione di strategie, strutture organizzative e gestione delle competenze. Membro di ODV 231 per Spa di medie dimensioni nel settore manifatturiero e sw. Lead Auditor riconosciuto AICQ SICEV n 46. Socio Qualificato APCO-CMC n. 0512-A, operante nell’ambito delle prerogative di cui alla Legge n. 4/2013. Esperto UMIQ (metodo di diagnosi organizzativa di Confindustria Emilia). Co-autore del libro UMIQplus. Socio Fondatore AICIM (Associazione Italiana Cultura d'Impresa e Management). Autore del libro "L'assetto organizzativo" edito da Maggioli Editore. Attuale Presidente del terziario innovativo di Confindustria Macerata.